Marino Bartoletti, la scoperta del tumore e le terapie per mesi: “Bisogna battersi sempre”

Scoprire di avere una grave malattia cambia inevitabilmente le prospettive di tutti, anche dei più coraggiosi. Ne sa qualcosa Marino Bartoletti, che si è trovato ad affrontare una situazione imprevista in un periodo già di per sè davvero difficile.

Marino Bartoletti può vantare una lunga carriera da giornalista, che lo ha visto impegnato prevalentemente nel calcio, che è da sempre una delle sue passioni. Questo gli ha permesso di entrare nel cuore del pubblico, che ne ha sempre apprezzato la sua competenza. Tra i suoi amori più grandi c’è però anche la musica ed è in questa veste che è stato spesso invitato in trasmissioni come “Oggi è un altro giorno” e “La vita in diretta” per dire la sua su quanto accadeva in una kermesse importante come il Fesival di Sanremo.

Marino Bartoletti Rai
Foto | Rai

Nel privato, però, lui è sempre stato riservatissimo e ha lasciato trapelare pochissimo di sè e dei suoi affetti più cari. Nel 2016 ha dovuto dire addio improvvisamente alla moglie Carla, vittima di un incidente domestico mentre si trovava sola in casa. Era stato proprio lui a ritrovare il corpo, schiacciato tra la porta scorrevole elettrica e il muro. A distanza di tempo, però, anche lui si è trovato a dover affrontare un problema personale che lo ha messo a dura prova.

Marino Bartoletti e la scoperta della malattia: la rivelazione in Tv

Un anno fa, ospite di Serena Bortone a “Oggi è un altro giorno”, Bartoletti aveva rivelato di avere ricevuto una diagnosi poco piacevole. Questo, inevitabilmente, aveva cambiato le sue priorità: “Alla fine della scorsa estate ho scoperto di avere un tumore, fortunatamente è stato preso in tempo – ha detto con tono commosso -. La fortuna non sempre ci assiste, nè possiamo dire ‘succede sempre agli altri'”.

Marino Bartoletti Tv
Foto | Rai

Sottoporsi alle terapie non è stato semplice, ma la determinazione che lui ha sempre avuto sul lavoro lo ha aiutato: “Per sei mesi ho fatto terapie importanti ha continuato -.Oltre a due mesi di radioterapia. Devo benedire almeno quattro angeli che si chiamano Eugenio, Carlo, Giovanni e Marinella, che hanno dei cognomi oltre che dei nomi e dei titoli professionali, perché mi sono stati molto d’aiuto. Loro sono stati davvero preziosi, ero in buone mani”.

Poter contare sui suoi affetti più cari è stato ovviamente un grande aiuto e gli ha dato la forza di non mollare: “Bisogna sempre battersi fino al 90esimo minuto, fino anche ai minuti di recupero. Ho tante persone che mi vogliono bene, una in particolare. Mi auguro di poter mettere questo momento difficile finalmente alle spalle” – ha concluso.

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